Foto di Credits Sean Pavone / Shutterstock - Castelvecchio a Verona.
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Itinerario di 5 giorni

Foto di Credits Sean Pavone / Shutterstock - Castelvecchio a Verona.

Verona – Soave – Pianura dei Dogi

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L'esperienza

Storica terra di mercanti, di nobili dimore, a controllo dei vasti latifondi della Repubblica Serenissima, con campagne magistralmente coltivate. Terra di confine, costellata di fortificazioni, teatro di battaglie, dal Medioevo al Risorgimento ai conflitti del Novecento. Terra laboriosa, dove il progresso economico non abbandona il legame con le sue radici. Oggi i 98 comuni della provincia di Verona sono uniti grazie alla Destination Verona and Garda Foundation, in sei territori: la città di Verona, il Lago di Garda e il suo entroterra (la zona del Monte Baldo e delle Terre del Custoza), la Valpolicella, la Lessinia, il territorio orientale del Soave e la zona più a sud, la Pianura dei Dogi. Sono territori storicamente omogenei per le caratteristiche ambientali e territoriali, ma anche per le migrazioni interne che hanno conosciuto, quando le famiglie contadine cambiavano dimora, e spesso paese di residenza, al cambiare del datore di lavoro. Questo itinerario si snoda tra la Città, l’est veronese e la Pianura dei Dogi, toccando storia, aspetti naturalistici e raccontandovi del patrimonio enogastronomico che lo contraddistingue nell’ospitalità, anche con i suoi Presidi Slow Food.

Info e contatti: www.destinationveronagarda.it

In pillole

Itinerario

Parona, la vita sull’Adige e la renga

Frazione di Verona dal 1827, presentava insediamenti già nel paleolitico e tracce di acquedotto romano. Sorge su una grande ansa dell’Adige al centro delle vie di comunicazione tra il Brennero, la Valpolicella, Pescantina e il Garda. Punto di attracco per i barconi che percorrevano l’Adige, serviva per il trasbordo delle merci, il controllo doganale e per rifocillare i barcaioli che non potevano transitare per Verona durante il Carnevale. Si trattenevano così nelle osterie dove consumavano le aringhe sale, che trovavano un felice connubio con l’olio d’oliva locale. Questo piatto tipico ha poi suggerito la nascita della tradizionale “Festa della Renga” che ricorre il mercoledì delle Ceneri, a chiusura del Carnevale veronese.

Avesa

Suggestiva frazione di Verona, tra la Valpolicella e la Valpantena. Presso Avesa sgorga da una risorgiva il Lorì, brevissimo fiumiciattolo che entra nell’Adige dopo pochi chilometri, noto soprattutto in relazione alle lavandare di Avesa, che qui si recavano in passato a lavare i panni per conto degli alberghi, degli ospedali e dei cittadini benestanti dell’intera città. Le lavandare di Avesa trovarono menzione nelle poesie del poeta veronese Berto Barbarani. Avesa è anche citata, in quanto borgo natìo del Moro di Verona, nel romanzo La tregua di Primo Levi. Tracce di lavatoi sono ancora visibili passeggiando tra le vie del borgo. Da qui è possibile spostarsi nella Val Borago, in un bellissimo percorso immerso nella natura, tra canyon e cascate: https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/avesa-val-borago-montecchio-avesa-69012288

Verona, la città della musica

Verona è tante cose: ogni angolo pullula di storia e di storie. Vi proponiamo un percorso sulla musica. Ma cosa c’entra col turismo delle radici? La musica plasma la nostra identità, ci accompagna nel quotidiano e dà anima ad una città; la musica racconta la storia di ogni popolo e viverla, ci fa vivere a pieno il genius loci. È nota a tutti l’Arena di Verona, che ogni estate ci accoglie con il suo strepitoso festival areniano, con opere e concerti coinvolgenti.

A fianco dell’Arena, c’è un sistema di teatri, scuole e musei che ogni giorno fanno crescere e narrano questa arte. Straordinarie architetture apprezzabili anche con una semplice passeggiata in centro città. Da piazza Bra, dove è sita l’Arena, ci spostiamo di qualche decina di metri al Teatro Filarmonico, che ospita opere, concerti e danza.
Info e contatti: www.arena.it/teatro-filarmonico-verona

Il Teatro Ristori propone un cartellone di danza, jazz, incontri d’autore e per le famiglie, cene spettacolo e il Baroque Festival.
Info e contatti: www.teatroristori.org

La Fucina Culturale Macchiavelli sposa il classico con lo sperimentale, in un cartellone ricco di proposte artistiche.
Info e contatti: www.fucinaculturalemachiavelli.com

Una iniziativa particolare per apprezzare la musica e i musei di Verona è la rassegna Musei in musica 2025, da gennaio a dicembre, per undici domeniche mattina alle ore 11, presso Palazzo Maffei, la Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico, il Museo degli affreschi G. B. Cavalcaselle presso la tomba di Giulietta.
Info e contatti: www.arena.it/teatro-filarmonico-verona/musei-in-musica

Il Conservatorio di Verona “Evaristo Felice Dall’Abaco” è la principale istituzione veronese di formazione musicale. Opera in due sedi, in via Massalongo (vicino alla chiesa di Sant’Anastasia) e in Stradone San Fermo, nella cosiddetta Casa Boggian, lascito dell’omonima famiglia veronese che in questo palazzo dagli interni in stile liberty aveva creato un importante salotto culturale, con serate letterarie e musicali di alto livello.
Info e contatti: www.conservatorioverona.it

L’Accademia Filarmonica è la più antica accademia musicale europea, che fonda le sue radici a metà Cinquecento. Conserva un ricco patrimonio storico, dalla biblioteca alla collezione di strumenti musicali e di costumi teatrali; si occupa di ricerca scientifica e storiografica promuovendo progetti editoriali e discografici, convegni e mostre.
Info e contatti: www.accademiafilarmonica.org

Il Museo della Radio Guglielmo Marconi di Verona è l’unico museo al mondo riconosciuto dalla famiglia dello scienziato, perché in possesso dell’antenna presente sul panfilo Elettra dalla quale, nel 1896, partì il primo segnale WiFi della storia. L’esposizione va dall’Ottocento ai giorni nostri ed è ospitata a Porta Vescovo, mentre una parte della collezione è esposta presso l’ex Ufficio Turistico di Via Degli Alpini 9 e visitabile su prenotazione.
Info e contatti: museodellaradioverona@gmail.com

Montorio veronese e le sue acque

Frazione di Verona, Montorio Veronese è definito il paese sull’acqua, una piccola Venezia a due passi dall’Arena di Verona. Luogo di villeggiatura degli Scaligeri, i signori di Verona, difeso dal maestoso Castello, che ancora si erge a controllo della vallata.
2 chilometri da fare a piedi o in bicicletta, tra le vie del paese e sentieri in campagna.
Traccia del percorso: https://izi.travel/it/7b21-montorio-veronese-e-le-sue-acque/it#
Questa zona, in periodo primaverile, vede un’ottima produzione di gustose ciliegie.

Soave

Soave è il luogo ideale dove trascorrere una gita fuori porta con tutta la famiglia ed è uno dei pochi borghi d’Italia che conserva in ottimo stato le antiche mura medievali. Rilievi collinari che nascondono borghi arroccati, corti rurali, castelli medievali e vecchie ville venete, il tutto incorniciato da distese di vigneti, vero e proprio tesoro del territorio. Qui ha origine il celebre vino Soave, tanto amato dal poeta Gabriele D’Annunzio.
Soave, bandiera arancione del Touring Club Italiano, è un borgo dal passato glorioso, e l’atmosfera dei tempi antichi permea ancora oggi la graziosa cittadina circondata dalle mura medievali. Punto d’interesse principale del luogo è il Castello Scaligero, maestosa fortezza militare di epoca medievale, tra i migliori esempi di struttura castellana della regione. Il Castello, le cui origini risalgono agli inizi del X secolo, al periodo delle invasioni degli Ungheri, è visitabile tutto l’anno.
Non solo vino, nella bella Soave! Nel caso in cui vi stiate chiedendo con cosa accompagnare questo delizioso vino bianco, è presto detto. Tra i prodotti tipici di questa zona spiccano il Prosciutto di Soave e la sopressa di Brenton, l’ideale per degustare al meglio il Soave e riempirsi il palato con i sapori del territorio.
Il castello è visitabile tutto l’anno, con diversi orari.
Info e contatti: https://www.visitverona.it/it/luoghi/castello-di-soave

Il Melo Decio di Belfiore

Si dice che il Melo Decio di Belfiore sia una varietà antichissima, probabilmente conosciuta sin da epoca romana, che solo in questa zona ha trovato le giuste caratteristiche per sviluppare le sue migliori proprietà. Uno studioso di agricoltura degli anni Quaranta spiegava come siano necessari i terreni freschi del Medio e Basso Veronese per ottenere buoni Meli Deci e come il loro corretto sviluppo possa essere garantito soltanto dalla cura di agricoltori in grado di coltivare frutti grossi e sani, ricorrendo ai giusti metodi di potatura, concimazione e difesa dai parassiti. Oggi soltanto nella zona di Belfiore è possibile trovare alcuni sporadici impianti ed alberi di Melo Decio. La produzione, infatti, in quasi tutta questa zona del Veronese è stata abbandonata nel corso degli anni Settanta e Ottanta per lasciare spazio a varietà maggiormente richieste dal mercato.
Grazie, però, all’impegno di un piccolo gruppo di produttori, oggi il Melo Decio è presidio Slow Food ed il Consorzio Ortofrutticolo locale ha intrapreso una campagna di rilancio dell’antica varietà che propone ai soci coltivatori di impiantare nuovamente il Decio.
Questo pomo, profumatissimo, viene utilizzato per fare mostarde, per aromatizzare e profumare gli ambienti. Ristoratori locali si sbizzarriscono per declinarla in svariate ricette.

Zevio città della Callas

Nella graziosa cittadina di Zevio viveva la famiglia di Giovanni Battista Meneghini, marito di Maria Callas, e proprio qui i due risiedettero dal 1949 al 1959. La comunità di Zevio ha tributato alla Divina uno spazio espositivo che ripercorre la sua storia, attraverso oggetti provenienti da prestigiose collezioni: abiti, lettere, onorificenze, accessori, documenti.
Info e contatti: www.zeviocittadellacallas.it

Legnago

La città di Legnago sorge lungo il fiume Agide, nel cuore della Pianura Veronese. Da sempre centro di riferimento per i comuni della “Bassa”, territorialmente distanti dalla Città di Verona. Il fiume Adige ha sempre rivestito un ruolo fondamentale per lo sviluppo storico di Legnago: grazie al suo ruolo difensivo, venne popolata già in epoche antichissime, diventando roccaforte militare, fino agli ultimi conflitti mondiali. Importanti centri culturali ci raccontano la sua storia, sin dall’Età del Bronzo: il Museo Civico Fioroni e il Centro Ambientale ed Archeologico.

Di notevole interesse è anche il patrimonio musicale, avendo la città dato i natali al compositore di musica sacra, lirica e classica Antonio Salieri, a cui è dedicato l’omonimo teatro, che ancora oggi ospita ricchi cartelloni artistici. Da Legnago ci si può muovere alla scoperta della Pianura dei Dogi, grazie ad incantevoli percorsi a piedi o in bicicletta lungo le rive dell’Adige.

Info e contatti: Centro Ambientale e ArcheologicoFondazione FioroniTeatro Salieri

Il palio della stortina Veronese, tra Cerea e Nogara

La stortina è un piccolo salame dal peso inferiore ai due etti, consumato tradizionalmente nella zona del Basso Veronese. La tradizione produttiva, che si tramanda da generazioni, prevede di conservarla sotto lardo per mantenerla fresca durante l’inverno. Essendo di piccole dimensioni, infatti, non avrebbe potuto conservarsi a lungo, asciugandosi troppo velocemente. Le pentole di terracotta venivano riempite con i piccoli salami, alternati a lardo macinato e salato. Un ultimo strato, più spesso, detto “cappello”, copriva i salami fino a colmare la pentola, che veniva poi chiusa con un coperchio e riposta in cantina per alcuni mesi.

Al momento del consumo, il cappello veniva eliminato, essendo irrancidito, ma sotto le stortine rimanevano morbide, fresche e profumate. Si consumano ancora oggi così, con pane fresco oppure con polenta abbrustolita. Esiste anche una versione non conservata sotto lardo, che asciuga più rapidamente ed è simile a un salamino.

Il nome sembra derivare dalla forma leggermente ricurva che i salamini assumono appena insaccati. La caratteristica del prodotto è legata all’utilizzo di parti nobili del maiale (spalla, lombo, culaccia, prosciutto e grasso di pancetta) e alla speziatura con aglio macerato in vino bianco. Da qualche anno, la stortina è presidio Slow Food, per salvaguardare la piccola e storica produzione.

Da oltre vent’anni, in questo territorio, si tiene il palio della stortina veronese: una gara che vede sfidarsi diversi norcini che presentano la loro versione del salume tipico. Di solito, questo evento gastronomico si tiene tra febbraio e marzo.

A Cerea, la regina del mobile d’arte

Nel corso del Novecento, nella zona tra Bovolone, Casaleone, Cerea, Concamarise, Gazzo, Isola della Scala, Isola Rizza, Legnago, Nogara, Oppeano, Salizzole, Sanguinetto e San Pietro di Morubio, si sviluppò una crescente produzione di mobili d’arte. L’impulso fu dato nei primi anni del Novecento ad Asparetto di Cerea, nella bottega di Giuseppe Merlin, detto “Marangon”, che, originario di un’area principalmente agricola, era un falegname abituato a riparare carri e attrezzi. Quasi per caso, iniziò a riparare vecchi arredi in legno delle case signorili della zona. L’abilità di questo artigiano si fece presto notare, e la sua curiosità lo portò a studiare gli antichi mobili che gli venivano affidati, riproducendoli con grande sapienza, utilizzando le tecniche e i materiali di un tempo.

La sua bottega di restauro a carattere familiare acquisì presto importanza, trasformandosi in un’impresa artigiana che impiegava numerosi apprendisti. Sulla scia di questa esperienza, nel 1910 venne fondata a Cerea la prima Scuola Popolare di Disegno, seguita successivamente da Sanguinetto e Bovolone, con l’obiettivo di formare nuove attività artigianali, insegnando ai giovani un mestiere che li potesse sollevare dalle condizioni di miseria causate dalla povertà dell’economia rurale e dal dilagante fenomeno dell’emigrazione.

Visita il Museo MAAM – Museo delle Arti Applicate del Mobile: www.villadionisi.com/it/pages/museo-maam-e-fam.html

L’oasi del Busatello a Gazzo Veronese

La Palude del Busatello è un’area umida, che rappresenta l’ultimo lembo delle estese Paludi del fiume Tartaro, le quali fino agli inizi del XX secolo ricoprivano un vasto territorio tra le province di Verona e Mantova. Questa palude si estende principalmente nel Comune di Gazzo Veronese, che è anche il proprietario della parte veneta della palude, circa 50 ettari. L’intera area ha una superficie di 80 ettari ed è stata dichiarata “Zona umida di importanza internazionale” ai sensi della Convenzione di Ramsar.

La palude si presenta come una palude pensile, rispetto ai terreni circostanti, in seguito alla bonifica delle Grandi Valli Veronesi e al compattamento dei sedimenti. Oltre mille specie animali popolano questo habitat, includendo uccelli, mammiferi, rettili e pesci. La vegetazione è ben conservata e presenta specie paludicole particolari.

La Palude del Busatello è raggiungibile da via Valcornara. Per visite, è possibile contattare il Comune di Gazzo Veronese oppure il WWF Veronese.

Info e contatti: https://www.wwf.it/dove-interveniamo/il-nostro-lavoro-in-italia/oasi/palude-del-busatello/

Isola della Scala e il riso

Isola della Scala è una piccola e vivace città situata lungo il corso del fiume Tartaro, che ha segnato la storia di questo centro abitato, un tempo circondato da un territorio prevalentemente paludoso. La zona si sviluppò durante l’Impero Romano grazie al passaggio di un importante asse stradale che collegava il mondo romano con quello germanico, attraversando le Alpi fino alla Baviera.

Solo dopo qualche secolo, grazie all’intervento dei monaci benedettini e al loro lavoro di bonifica, il territorio agricolo migliorò e poté finalmente prosperare. Tra i luoghi più apprezzabili di Isola della Scala si trovano la Torre Scaligera, situata all’ingresso della città, e il Santuario della Bastìa, immerso nella campagna. Questa piccola chiesa conserva affreschi del Quattrocento e venera una statua lignea della Madonna, che secondo la tradizione popolare è ritenuta miracolosa.

Il territorio di Isola della Scala è famoso per la coltivazione del riso, simbolo della città, celebrato ogni settembre durante la Fiera del Riso. Questo evento attrae appassionati e chef da tutta Italia per assaporare il risotto, piatto tipico della tradizione locale. Da qualche anno, si tiene anche la Fiera del Bollito e dei sapori d’autunno, dove è possibile degustare i piatti tipici veronesi. Inoltre, a Vigasio, poco lontano, si svolge tra ottobre e novembre la Fiera della Polenta, un altro evento che celebra uno dei prodotti più tipici della cucina contadina.

Info e contatti: https://isolafiere.itwww.festadellapolenta.it

Villa Balladoro a Povegliano Veronese

Povegliano Veronese è un piccolo e affascinante centro situato tra il territorio morenico del basso Lago di Garda e la Pianura dei Dogi. Un luogo dove le acque sotterranee riaffiorano e si raccolgono nella zona morenica, creando paesaggi naturali con oasi e risorgive. Questi spazi offrono percorsi immersi nella natura, perfetti per escursioni a piedi, adatti sia agli adulti che ai bambini, e si trovano a pochi passi dal centro abitato.

Il territorio ha una lunga storia, testimoniata da importanti ritrovamenti archeologici risalenti all’età del bronzo e ai celti, che hanno attirato l’attenzione di studi a livello europeo. A Povegliano è possibile visitare la splendida Villa Balladoro, un tempo dedicata al controllo dei vasti terreni coltivati a gelsi. La villa si inserisce perfettamente nel paesaggio tipico delle corti agricole veronesi, con la casa padronale che si affaccia su un parco, la chiesetta, le case dei lavoratori, le stalle, l’aia e gli annessi rustici.

Oggi, Villa Balladoro ospita un Museo Archeologico, con reperti provenienti anche dai comuni vicini, il pregiato archivio storico balladoro e la Biblioteca Comunale. La villa è aperta per le visite la prima domenica del mese, in concomitanza con il Mercato dell’Antiquariato di Povegliano, dove i visitatori possono scoprire oggetti che li connettono alle proprie radici.

Info e contatti: www.gruppogiovanipovegliano.itBiblioteca Storica e Archivio Balladoro

Il borgo libero di Villafranca di Verona

Grazie alla posizione strategica, Villafranca ebbe nella storia grande importanza militare, soprattutto durante la dinastia degli Scaligeri. Venne fondata quale “borgo libero” (da cui più tardi il nome di Villafranca) il 9 marzo 1185.

L’elegante Castello Scaligero era collegato a sud alla rocca di Nogarole e a nord alla fortezza di Valeggio disegnando il Serraglio, una lunga linea di muro fortificato intervallata da torri e forti, di cui rimangono poche tracce, che arrivava fino a Gazzo Veronese. All’interno delle mura sono situate sette piccole torri, coreografia d’eccezione per concerti e manifestazioni. Il castello è visitabile e ospita ogni anno una bellissima rievocazione medievale.

Info e contatti:
www.facebook.com/infopoint.villafrancavrwww.facebook.com/VillafrancanellaStoria

Villafranca venne coinvolta nelle vicende risorgimentali e nel 1859 fu protagonista di un importante incontro tra gli imperatori Francesco Giuseppe I e Napoleone III, per concludere una delle più sanguinose campagne militari dell’Ottocento. L’incontro passò alla storia come la Pace di Villafranca e fu preludio all’unità d’Italia. All’interno del signorile Palazzo del Trattato, dove fu firmato l’armistizio, è situato il rinnovato Museo del Risorgimento.

Villafranca è città dei motori: qui si trova il Museo Nicolis, che racconta, attraverso centinaia di automobili, motociclette e biciclette, l’evoluzione dei mezzi di trasporto degli ultimi due secoli, assieme a macchine fotografiche e per scrivere, strumenti musicali, oggetti introvabili.

Info e contatti: www.museonicolis.com

Chi visita Villafranca non può rinunciare allo shopping, lungo il vivace Corso Vittorio Emanuele. Obbligatorio fare una sosta in una delle accoglienti caffetterie e pasticcerie del corso, dove si potranno gustare le famose “sfogliatine di Villafranca”, dolci soffici e friabili di forma circolare, realizzate con farina, burro, zucchero, sale e uova. Una bontà!

Visita Verona e la Pianura dei Dogi: www.visitverona.itwww.pianuraveronese.com

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